Modalità di determinazione del volume d’affari, in vista della scadenza del 1° luglio 2019 per i soggetti che superano il limite di 400.000 euro.
Con la risoluzione n. 47 dell’8 maggio 2019, l’Agenzia delle entrate ha precisato il concetto di “volume d’affari”, chiarendo che deve farsi riferimento a quello relativo all’anno 2018, secondo la definizione contenuta nell’art. 20 del DPR n. 633/72.
L’art. 20/IVA stabilisce che il volume d’affari è costituito dall’ammontare complessivo delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi effettuate dal contribuente in un anno solare. In tale ammontare confluiscono sia i corrispettivi delle operazioni effettuate senza emissione di fattura (previo scorporo dell’IVA in essi contenuta), sia la base imponibile delle operazioni effettuate con emissione di fattura.
Da tale disposizione risulta quindi che il volume d’affari è costituito dall’ammontare complessivo delle operazioni effettuate dal contribuente, indipendentemente dalla tipologia del bene ceduto o della prestazione effettuata, con esclusione delle sole operazioni considerate “non soggette” ad IVA (es.: cessione di tabacchi, schede telefoniche, giornali quotidiani e altre operazioni rientranti nel c.d. regime IVA “monofase” di cui all’art. 74, c. 1 del DPR n. 633/1972).
Così, ad esempio, se un soggetto effettua sia operazioni di vendita all’ingrosso (soggette a fatturazione), sia operazioni vendita al dettaglio, ai fini della verifica del superamento del limite di 400.000 euro deve tenere conto dell’ammontare complessivo di entrambe le tipologie di operazioni.
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